Friday, April 29, 2005

Chi Spara a chi n° 2

Il momento è finalmente giunto: tra poco le elezioni comunale di Aosta ci diranno se gli elettori sono contenti di questo nostro atipico sistema politico e partitico o se la "grande muraglia cinese" (pardon indiana) avrà la sua prima profonda fessura. Rimango un convinto sostenitore del potere che attraverso la democrazia i comuni cittadini hanno di poter confermare o modificare gli equilibri della società e della politica... Ora è il momento di sapere se "bien aimée petite patrie" è ancora dalla parte dell'Imperatore Augusto e se scegli il professore dissidente vestito d'arancione. Aosta Viva e Roberto Louvin hanno tinteggiato di arancio pastello una tetra cittadina alpina, ma ora sapremo che destino avrà questo movimento "alternativo". Anche Louvin sarà costretto a trascinare i suoi drappi arancioni sino davanti all'immobile armata rossa, come fu costretto a fare Viktor Yuschenko per liberare la sua Ucraina dal giogo rosso, per ridare al popolo la profumata e splendida libertà? L'innovatore,il riformatore, l'idealista, il coriaceo con la p/32 avrà la possibilità di saparare il colpo definitivo al nemico o rivolgerà l'arma contro se stesso? In caso di plateale sconfitta per il Conto Arancio quale futuro? Louvin non sarebbe disposto a fare il semplice consigliere di minoranza e se questa previsione dovesse essere corretta che fine farebbero gli ideali, le battaglie, il dibattito politico che ha creato in questi mesi? Si dovrebbe cambiar rotta, senza rinnegare la navigazione sin quì praticata. Louvin a capo di una tribù indiana?
L'alternanza di governo è alla base di una qualsiasi sistema democratico moderno... che quel qualcosa di diverso sia "l'alternative orange?" il paese dei campanacci avrà il coraggio di cambiare? Da sempre la politica locale è dominata più da interessi personali che da ideologie: mi viene in mente François Farinet (una specie di Rollandin di inizio secolo) che ha dominato la scena politica per quasi mezzo secolo tra otto e novecento. La storia si ripete. Historia magista vitae est...

Thursday, April 28, 2005

Campagna elettorale n° 5



La Valle d'Aosta: angnello sacrificale?

Monday, April 25, 2005

25 aprile: 60° anniversario Liberazione



Testo del telegramma diffuso dal Clnai indicante il giorno [26] e l'ora [1 di notte] in cui dare inizio all'insurrezione
"A tutti i comandi zona.Comunicasi il seguente telegramma: ALDO DICE 26 x 1 Stop Nemico in crisi finale Stop Applicate piano E 27 Stop Capi nemici et dirigenti fascisti in fuga Stop Fermate tutte macchine et controllate rigorosamente passeggeri trattenendo persone sospette Stop Comandi zona interessati abbiano massima cura assicurare viabilità forze alleate su strade Genova-Torino et Piacenza-Torino Stop 24 aprile 1945."

Il 25 aprile 1945 i partigiani liberarono Milano dall’occupazione dei nazisti e dai fascisti. Anche la popolazione civile insorse e vaste zone dell’Italia settentrionale venivano liberate prima dell’arrivo delle truppe anglo-americane che, dopo aver superato l’ultimo ostacolo della Linea Gotica in Toscana, incalzavano le truppe tedesche in ritirata nella pianura Padana.
25 aprile 1945 – 25 aprile 2005: sessant’anni dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. “Ma che bella giornata di sole, quanta gente per le strade nuove… e la chiamano liberazione questa giornata senza morti…” cantava Antonello Venditti in una sua bella canzona dedicata alla liberazione. Oggi, a dispetto delle previsioni meteorologiche, è veramente una bella giornata di sole: oggi è una giornata di ricordo per tutti gli italiani, a prescindere da fedi di partito o ideologiche, oggi è una giornata in cui dobbiamo ribadire la ferma opposizione a qualsiasi guerra. La Liberazione non fu certo una guerra civile, come ancora alcuni testi di storia vogliono ancora far credere, ma fu una guerra tra due potenze straniere (Stati Uniti e Germania) sul suolo italiano. Tutti sappiamo che il ruolo degli italiani, anche quello dei partigiani, fu limitato. In fondo la nostra pusillanime storia nazionale è costellata di dominazioni, slanci entusiastici e clamorosi voltafaccia: gli italiani erano tutti filo fascisti, poi filo democristiani, poi filo berlusconiani e domani filo prodiani. Niente cambia, tutto resta uguale, anche le commemorazioni per la Liberazione.
Il caso e la storia hanno voluto infine che proprio oggi, nel giorno della nostra Liberazione, venisse riconsegnato l'ultimo troncone della stele di Axum: un pezzo della nostra storia è tornato nella sua patria etiope. Migliaia di etiopi in festa hanno accolto oggi l'arrivo la cuspide dell'obelisco di Axum, hanno festeggiato la loro grande vittoria sulla piccola Italietta che rinnega il proprio passato.
Ora probabilmente anche Città del Vaticano, Roma, Parigi riconsegneranno gli obelischi egizi, che stazionano nelle più importanti piazze di mezza Europa , all'Egitto??!!

Friday, April 22, 2005

Campagnia elettorale n° 4



Candidato ricercato

Wednesday, April 20, 2005

Un papa al “doppio malto”: Benedetto XVI.


Dai Canederli Alla Birra 'Weiss', questo il Menu' preferito da Ratzinger al ristorante tirolese “La Cantina”. "Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Josephum, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Ratzinger, qui sibi nomen imposuit Benedictum XVI".
E dire che il nuovo papa sarebbe potuto essere lo spumeggiante Martini invece di Adolf Ratzinger. Al primo scrutinio infatti l'ex arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, era in vantaggio sul futuro Benedetto XVI. In tutto i due raccoglievano circa un'ottantina di voti. In pratica Ratzinger, alla prima votazione, avrebbe preso meno voti di quelli che gli erano stati accreditati alla vigilia del conclave, vale a dire una cifra inferiore ai 40-50 voti ipotizzati.
In campo dottrinale non cambierà assolutamente nulla e invece le chiesa moderna dovrebbe proprio rivedere alcuni dogmi. Mancherà l’umanità di Papa Karol Wojtyla: non più mea culpa, non più grandi riverenze.
Sui temi morali il suo è un no su tutta la linea: dai divorziati sposati alla ricerca scientifica sulle cellule staminali. E' preoccupante, anche se ampiamente previsto. Non ci saranno riforme da parte sua nei prossimi anni.
Joseph Adolf Ratzinger da ragazzo apparteneva alla “Hitler Jugend”, l'organizzazione giovanile nazista. Intanto il “semplice e umile lavoratore della vigna del Signore” è chiamato ad esprimersi su molte tematiche e molte incognite lasciate aperte sul futuro della chiesa cattolica: chissà che la prima visita pastorale non sia tra le colline del Chianti.

Tuesday, April 19, 2005

Campagnia elettorale n° 3


Il motore della sinistra... e per fortuna che in lista non c'era anche un candidato "Renault Italia"!

Wednesday, April 13, 2005

L’antieroe Spadino:


Commozione, commemorazione e ricordo per l’eroe del Tunnel: Pier Lucio Tinazzi alias Spadino. Sono passati sei anni dal terribile rogo all’interno del traforo del Monte Bianco, dall’incidente automobilistico più grave degli ultimi decenni. Il rogo ha condizionato pesantemente tutto il trasporto veicolare internazionale, messo in ginocchio “notre petite partie” e le ferite sono ancora tuttora aperte. Con l’inizio del processo per il risarcimento della vittime forse salteranno fuori alcune delle piccole e grandi verità che sono state fagocitate dal fumo del Tunnel nel 1999. Ora però è il momento di riportare l’antieroe valdostano “Spadino” dal rango di Superman a quello di uomo comune. Nel far west vige sempre la giustizia e la verità, anche se dolorose, devono essere rese note.
Falsa è la ricostruzione secondo la quale il giovane
agente del Traforo del Monte Bianco sia entrato ed uscito più volte da quell’inferno salvando numerosi persone: la verità è che Spadino entrò solo una volta dentro il tunnel incontrò il primo ferito e insieme si ripararono nel rifugio di sicurezza in attesa di soccorsi che non sarebbero mai arrivati. Una morte terribile frutto del caso, del destino, della provvidenza. Qualcuno in sala di controllo non si sentirà ancora ora totalmente la coscienza a posto visto che Spadino, durante il suo ultimo contatto radio dal Tunnel, avvertì della situazione estremamente pericolosa: il fumo denso impediva di proseguire, ma forse ricevette ugualmente il consiglio di proseguire. Gli oltre 2000 motards lo hanno commemorano come se nell’inferno del tunnel sia perito solo lui. Ormai il fenomeno è diventato europeo con motociclette che provengono da tutta Europa: ormai è più un raduno di motociclisti piuttosto che una commemorazione del tragico incidente. Tutto questo la sa molto bene il neo guerriero italicus dell'Impero Romano del Tunnel, Mario Battaglia (direttore generale Geie) ma come tutti a sollevato il casco in aria in ricordo dell’antieroe triste.
Giornali e media, che vivono su questi melodrammi gotici dove realtà e suggestione si confondono, hanno amplificato la benevola, perché a fine di bene, montatura attribuendogli credibilità e spessore, ma ora sembra che nell’inferno non fossero perite altre 39 vite. Il caso lo ha fatto diventare eroe anche se lo voleva, anche se non se lo meritano: ebbe solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, di eroico non fece proprio nulla...
Ma forse sono i vivi che hanno sempre questo disperato bisogno di creare un idolo, un eroe, una icona, un simbolo, qualunque esso sia, per rendere meno vicino il tanfo della morte cruenta, per credere e voler credere...

Campagnia elettorale n° 2



Un uomo vero, il primo e unico vero candidato "maschio"... per l'uomo che non deve chiedere mai!

Friday, April 08, 2005

Campagna elettorale n° 1



Chi vuole finire in riserva?

Due cartellonni elettorali per Par-con-di-Show...

Wednesday, April 06, 2005

Rane Super Star


Non poteva che essere altrimenti: rane nello stagno di Aosta. La “fontana” di Piazza Narbonne ha ospitato durante questo scorcio di primavera i docili anfibi che placidamente hanno gracchiato sotto l’assessorato del maresciallo Caverix. Nessuno scalpore per carità, è stata tutta una astuta manovra politica per riabilitare l’acquitrino aostano. Gli aostani insistevano per una fontana più dinamica con degli spruzzi e giochi d’acqua, allora perché non mettere qualche simpatica ranocchietta che con i suoi sbuffi e saltellini rallegrasse un po’ quella tetra fontana?! E poi, come mi ha detto di riferirvi il capo dei celti Caverix, NO RANE NO PARTY. Anzi l’astuto druido avrebbe anche proposto di adottare il simpatico anfibio come testimonial della nuova campagna pubblicitaria la cui presentazione è stata rinviata a data da definirsi perché i protagonisti sono stati sfrattati dal loro Fontana di Trevi aostana: si sta cercando in tutta la valle l’ultimo esemplare del leggendario Daou per proporgli di girare lo spot al posto delle rane di Narbonne. In alternativa il druido proporrebbe di adottare i rospi quale logo della regione al posto del poco amato (e ancora meno utilizzato) simbolo a forma di cuore, con dentro mille cianfrusaglie. I rospi di Pz Narbonne sarebbero dovuti essere il nuovo dinamico monumento al pari della futura sede della Finaosta (eccelsa struttura che sorgerà proprio a due passi dalla fontana di Trevi delle Alpi). È intervenuto anche lo sportivo Paolo Fedi (responsabile regionale Legambiente) che ha subito dichiarato: “ma cosa fate alle mie creaturine, lasciatele nello stagno!” La locale Fontana di Trevi si rifà il look ad ogni stagione: d’inverno è una allegra patinoire dove poter piroettare con leggiadria, in primavera è il rifugio di specie rare e protette dalla Legambiente, nell’estate il sottoscritto porta ad abbeverare il proprio stanco cavallo e in autunno... bhe diventa un po’ melmoso e non viene utilizzato un gran che.
Piazza Narbonne venne concepita, al momento della sua realizzazione, come terminal degli autobus autostradali e come piazzale del sottostante parcheggio interrato. Agli inizi degli anni ’90 i pulman si trasferirono presso la loro nuova stazione di Via Giorgio Carrel. Ogni spazio cittadino deve possedere una propria e ben definita funzione urbanistica, ma questa piazza non l’ebbe mai proprio perché non fu mai considerata come uno spazio destinato alla fruizione dei cittadini. Per ora la funzione che hanno attribuito dagli aostani alla fontana è quella di “spiaggia comunale”. L’assenza di zampilli è da giustificare con la volontà architettonica di concepire la fontana uno “specchio d’acqua" del M. Emilius, trasparente e immobile come un "lago alpino”. Il mio cavallo comunque ringrazia perché può abbeverarsi dopo la lunga cavalcata dalla sede del notabilato “Comanche” (palazzo Deffeys) sino al contado celtico (assessorato al turismo).

Papa Boys di casa nostra


Loro sono un po’ i Papa Boys di casa nostra. Sono 46 volontari della Protezione Civile della Valle d’Aosta che in meno di 24 ore si sono organizzati ed hanno dato la loro disponibilità per andare a Roma ed aiutare a gestire l’enorme flusso di fedeli che si sta riversando nella città eterna per dare il loro ultimo omaggio al Papa dei Papi, al grande Giovanni Paolo II. Ieri (lunedì 4 aprile ndr.) sono partiti dall'areoporto con sei pulmini verso Roma, con nel cuore tanto amore e voglia di accompagnare i fedeli nel loro viaggio intimistico, per essere nel centro dell’azione al servizio degli altri.
Daranno assistenza logistica, distribuiranno bottigliette agli accaldati durante l’estenuante viaggio verso S. Pietro sotto il sole cocente di Roma, offriranno un posto dove dormire a milioni di pellegrini, vigileranno le esequie del Santo Padre assistendo ed aiutando i più bisognosi.
Sono uomini e donne che hanno risposto immediatamente e con forza “Sì” lasciandosi trasportare dall’evento e dal sentimento. Del resto Karol Wojtyla è stato il papa delle scelte definitive e alla sua chiamata non si può rispondere con un ni: o sì o no, o lo si ama o non lo si ama, non esistono mezze misure. Io ho seguito il gruppo per un pezzo sulla statale 26 spronando il più possibile il mio destriero, poi lo allentato le redine e visto allontanarsi il piccolo convoglio di auto. Loro sono il “pezzo” di Valle d’Aosta che meglio rappresenterà la regione ai funerali del santo Papa e non certo l’ufficiale delegazione politica, composta da Carlin Perrin, Egon Perron, Luciox Caverix, Anton Fosson ed Albertise Cerise: gli uomini comuni fanno la differenza.

Saturday, April 02, 2005

"Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!" (Giovanni Paolo II , 16 ottobre 1978)



Il mondo si è fermato: segue con apprensione l’agonia di Karol Wojtyla. Il mondo è in preghiera e anche questo blog sospende le pubblicazioni per unirsi alla commozione generale, alla preghiera e alla fede cristiana. Il mondo si è stretto attorno agli ultimi disperati momenti in cui il Papa ha tentato, negli ultimi tre giorni, di comunicare ancora con i fedeli mostrando un sacrificio sconvolgente nella sua intensità. Il globo terrestre ricorda lo straordinario valore di un uomo politico, di un Papa che ha trasformato il mondo, non solo quello cattolico, di un padre affettuoso, di un Santo.
Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, Dio– salmo recitato da Papa Giovanni Paolo II durante la visita pastorale sul Mont Chétif.

Le montagne non si guardano si affrontano, come le situazioni della vita.