Monday, February 27, 2006



«Passion lives here». Notte Bianca Torino 2006
«Passion lives here» NOW!
È stata la notte degli addii per le olimpiadi e per il calore di Torino che per una volta si è tolta gli abituali panni della “triste-città-grigia-e-operariai” per infilarsi i nobili abiti di una città moderna, rinascimentale, barocca.
La vita scorre lungo le strade popolate di gente, le persone vagano alla ricerca di qualcosa, alla ricerca del nulla: da piazza Castello a piazza San Carlo, lungo via Po, fino al fiume, a Borgo Dora, in San Salvario, al Valentino, nessuna meta, niente da vedere se non noi stessi riflessi in mille facce diverse e una sola consapevolezza: «Passion lives here». Tutta la notte, sino alle sei del mattino, la mia compagnia ha girovagato per le luminose strade di Torino: Partenza Mole Antoneliana. Obbiettivo della serata la grande casa Sassonia, ma prima di fare le valigie per la tedeschia si decide per il villaggio degli sponsor. Dopo una lunga passeggiata tra la folla, tra chi si perde e chi resta indietro, arriviamo alla Prima Meta, “Sponsor Village” in Piazza Statuto FALLITO: la coda per entrare non era molta, ma i controlli da parte delle forze dell’ordine prima di entrare erano esasperanti, si passava uno alla volta sotto metal detector e mille diavolerie, estenuante così abbiamo rinunciato! Seconda meta: CASA Svizzera, centrato a metà. Torniamo indietro da Piazza Statuto verso la Medals Places (ex Piazza Castello) passando per Piazza San Carlo. Io mi perdo a metà strada e ci vogliono quindici minuti prima che ritrovi il gruppo sotto l’insegna blu fosforescente “Reale Mutua” alla fine di Via Roma. A Casa Svizzera nevica schiuma artificiale ed è un bel vedere, rende la notte ancora più olimpica ed invernale! Raclette e musica house all’aperto per tutti. Mi avvicino allo stend per assaggiare le delizie delle svizzere, ma un omone mi sbarra la strada: ricordandomi di essere in Svizzeria sfodero il mio più aulico francese, ma l’uomo non mi capisce per nulla e continua rivolgendomi dure parole in “forse” tedesco. Mah! È già tardi e la fatica per i chilometri macinati diventa notevole. Terza Meta “luogo dove sedersi” FALLITO. L’impresa di trovare un posto caldo dove sedersi ci sembrava la più facile, ma presto ci si accorge che in realtà è quella più ardua: locali strapieni, code anche solo per entrare in un bar, figuriamoci se si riesce a trovare un tavolo con dieci sedie. Ed infatti nulla da fare. Vaghiamo per Via Po. Io mi perdo per la seconda volta. Mezzora dopo incontro gli altri verso Piazza Vittorio Emanuele. Affamati, assetati e infreddoliti entriamo in un pub, mal che vada restiamo in piedi e poi la nostra meta ultima, la mitica “Casa Sassonia” (ex Circolo canottieri) è vicina: ci basterebbe attraversare il fiume, dalla parte opposta dei Murazzi. Con fortuna ci sediamo su un comodo divano, troppo comodo per spostarci ed infatti ci rimaniamo. Tra una birra e l’altra (conquistate a fatica tra la calca del bancone) si fanno le quattro e mezza. Alle cinque ci viene la balzana idea di andare ad assistere alla 50 Km di fondo sperando in una medaglia d’oro per l’Italia (che poi sarà di Giorgio di Centa): idea affascinante; dopo attenta riflessione viene accantonata! Improvvisamente io riporto l’obbiettivo principale all’attenzione di tutti, Casa Sassonia è vicina, ma quando arriviamo la beffa finale: ci chiudono la porta in faccia e spengono le luci della tanto bramata “Casa Sassonia”. Mi resta solo che consolarmi con un mega panozzo ai Murazzi.
Si torna a Casa. Macchina. Autostrada. Autogril Scarmagno: colazione con cappuccio e brioche. Casello di Aosta. Casa. Letto alle ore 8.00 del mattino. Alla fin fine l’importante non era raggiungere una meta, ma andare e basta.

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