Wednesday, April 13, 2005

L’antieroe Spadino:


Commozione, commemorazione e ricordo per l’eroe del Tunnel: Pier Lucio Tinazzi alias Spadino. Sono passati sei anni dal terribile rogo all’interno del traforo del Monte Bianco, dall’incidente automobilistico più grave degli ultimi decenni. Il rogo ha condizionato pesantemente tutto il trasporto veicolare internazionale, messo in ginocchio “notre petite partie” e le ferite sono ancora tuttora aperte. Con l’inizio del processo per il risarcimento della vittime forse salteranno fuori alcune delle piccole e grandi verità che sono state fagocitate dal fumo del Tunnel nel 1999. Ora però è il momento di riportare l’antieroe valdostano “Spadino” dal rango di Superman a quello di uomo comune. Nel far west vige sempre la giustizia e la verità, anche se dolorose, devono essere rese note.
Falsa è la ricostruzione secondo la quale il giovane
agente del Traforo del Monte Bianco sia entrato ed uscito più volte da quell’inferno salvando numerosi persone: la verità è che Spadino entrò solo una volta dentro il tunnel incontrò il primo ferito e insieme si ripararono nel rifugio di sicurezza in attesa di soccorsi che non sarebbero mai arrivati. Una morte terribile frutto del caso, del destino, della provvidenza. Qualcuno in sala di controllo non si sentirà ancora ora totalmente la coscienza a posto visto che Spadino, durante il suo ultimo contatto radio dal Tunnel, avvertì della situazione estremamente pericolosa: il fumo denso impediva di proseguire, ma forse ricevette ugualmente il consiglio di proseguire. Gli oltre 2000 motards lo hanno commemorano come se nell’inferno del tunnel sia perito solo lui. Ormai il fenomeno è diventato europeo con motociclette che provengono da tutta Europa: ormai è più un raduno di motociclisti piuttosto che una commemorazione del tragico incidente. Tutto questo la sa molto bene il neo guerriero italicus dell'Impero Romano del Tunnel, Mario Battaglia (direttore generale Geie) ma come tutti a sollevato il casco in aria in ricordo dell’antieroe triste.
Giornali e media, che vivono su questi melodrammi gotici dove realtà e suggestione si confondono, hanno amplificato la benevola, perché a fine di bene, montatura attribuendogli credibilità e spessore, ma ora sembra che nell’inferno non fossero perite altre 39 vite. Il caso lo ha fatto diventare eroe anche se lo voleva, anche se non se lo meritano: ebbe solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, di eroico non fece proprio nulla...
Ma forse sono i vivi che hanno sempre questo disperato bisogno di creare un idolo, un eroe, una icona, un simbolo, qualunque esso sia, per rendere meno vicino il tanfo della morte cruenta, per credere e voler credere...

4 Comments:

Blogger Tex Willer said...

Il coraggio è virtù dei forti. Pier Lucio Tinazzi ha dimostrato forse coraggio e generosità nell’assistere il primo ferito che aveva incontrato nell’inferno del tunnel: avrebbe potuto tornare indietro, ma decise che forse sarebbe stato più prudente aspettare i soccorsi nel rifugio. Non voglio assolutamente dissacrare la sua memoria, ma desidero riportare quel senso di realtà e di misura che questa vicenda merita. Nel tunnel sono morte altre 38 persone e non è corretto ricordare ogni anno la sua scomparsa dimenticandosi quasi le altre vittime. Oltretutto ormai l’evento ha assunto proporzioni europee che nessuno si sarebbe mai aspettato. Il mondo della globalità e dei media ha creato un eroe di cartapesta che non rispecchia la realtà degli avvenimenti e neppure la levatura umana del personaggio…

9:59 AM, April 15, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

come scrisse Beppe severgnini pochi giorni dopo la scomparsa del Papa sul corriere della sera "a san pietro si è riversata una folla oceanica, ma le chiese sono tutte vuote..." il mondo cattolico è stato da una parte sin troppo vicino alla figura carismatica di Giovanni Paolo II, ma allo stesso tempo ha perso consensi, per non parlare della crisi della vocazioni...
La storia rende eroi e beati alcuni personaggi che per caso diventano icone e simbolo di un qualcosa che forse non esiste!

8:59 AM, April 16, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Scusa la precisazione: il direttore generale del Geie si chiama Mario, non Romano, ed è effettivamente un motociclista nel sangue

2:38 PM, April 18, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

Il mio intento sarebbe stato quello di utilizzare il termine “romano” come aggettivo e non come sostantivo, cioè “il guerriero romano (appartenente all’impero romano), Battaglia”. Avrei desiderato con quel termine rafforzare la centralità di un uomo “italicus” alla guida del traforo dopo il francese Jean Marc Berthier, tuttavia mi rendo conto di non esser stato troppo poco chiaro e di aver tratto in inganno i lettori. Mi scuso. Comunque grazie per la segnalazione! A presto…

3:21 AM, April 19, 2005

 

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