Tuesday, March 29, 2005

Il telefono e Manzetti: una storia dimenticata.

Ieri (lunedì 28 marzo ndr.) è andata in onda su Rai Uno la prima puntata della fiction dedicata all’inventore del telefono: Antonio Meucci. La seconda puntata sarà dedicata allo scontro giudiziario tra Meucci e Bell. Come ovvio nessun accenno al valdostano Innocenzo Manzetti: forse il primo vero inventore del telefono. La grande storia ignora i piccoli personaggi, le figure minori che erano da corollario al grande puzzle del mondo. Il mondo non saprà mai chi era Manzetti, ma che nessuno si ricordi di lui nemmeno nel luogo dove visse, questo lo reputo grave. Victor Manzetti fu tra i primi valdostani ad essere confinato in una riserva già dai sui contemporanei, mentre voi lo avete rilegato nelle foibe della memoria, nell’oblio assoluto. Da buon giustiziere del far west propongo una campagna in favore della riabilitazione storica di quest’illustre valdostano, per la realizzazione di un museo nella sua casa ancora conservata o per la realizzazione di uno spazio permanente facilmente fruibile al pubblico che raccolga tutti i prototipi, i progetti e le invenzioni ancora conservate (come il prezioso automa che suonava il flauto) del genio incompreso delle alpi.
Manzetti si inserisce nel dibattito sulla paternità dell’invenzione del telefono. Manzetti inventò forse il primo prototipo di “telegrafo parlante” che trasmetteva la voce umana tramite segnali elettrici, ma non presentò mai l’invenzione all’ufficio brevetti rinunciando di sfruttare economicamente l’invenzione. Per primo fu il giornale valdostano “L’Indipendent” a dare nel giugno 1865 la notizia dell’invenzione di Manzetti. La notizia si diffuse in tutto il mondo. Inoltre, a discapito di quanto presentato nella fiction che ha immaginato il primo prototipo di Meucci già con una forma di cornetta, il vero progetto di Meucci prevedeva uno scomodo pezzo di metallo che avrebbe dovuto essere applicato sulle labbra. Una soluzione alquanto scomoda e poco igienica. Antonio Meocci, che risiedeva in America, rivendicò la paternità del telefono ed ottenne, tardivamente, un riconoscimento dalla Corte Suprema nel 1886 a termine di una eterna battaglia legale contro Gram Bell. Fu però Bell poi a sfruttare commercialmente l’invenzione realizzando una moderna rete telefonica. Nel frattempo il nostro Manzetti era morto povero e senza alcuna gloria. Il piemontese Giuseppe Nigra, proprietario dello Stabilimento Meccanico Applicazioni Elettriche, che presentò per primo in Italia un moderno apparecchio telefonico nel 1885, era presente agli esperimenti di Manzetti del 1865 e dichiarò che il suo apparecchio si ispirava al progetto e agli studi di Manzetti.

Sunday, March 27, 2005

Cronache del passato della riserva n° 2


1860 - La questione dell’annessione di Nizza e della Savoia alla Francia venne approfondita e molto dibattuta tra i giornali locali del periodo:
“Si la Savoie s’agite, n’est-ce pas à causes des idées séparatistes que le parti rétrograde a fait surgir? Ne sont-ce pas les journaux cléricaux, le “Coter des Alpes”, le “Bon Sens” et autres qui ont proclamé à outrance la division et chanté victoire pour l’annexion? Et aujourd’hui vous accusez le parti libéral de sacrifier ce beau fleuron de la couronne” .
Queste le tesi di “L’Impartial”,(giornale liberale valdostano, 15 marzo 1860) che indicava il clero savoiardo tra i responsabili del vento annessionista che soffiava forte tra la popolazione della Savoia.
“tant mieux pour les populations; nous souhaitons seulement que cette joie d’un moment ne soit pas convertie en une délusion” .
Commento al risultato del plebiscito che sanciva il definitivo passaggio alla Francia, accolto con una punta di disprezzo.
Nacque un fronte annessionista ricordando quanto il destino del popolo valdostano sia sempre stato unito a quello savoiardo, come le due regioni siano tanto simili, sia morfologicamente che linguisticamente e culturalmente. Il giornale liberale “Feuille d’Aoste” invece rivendicava con forza l’italianità della Valle d’Aosta affermando che, pur parlando la lingua francese, i valdostani hanno sempre avuto aspirazioni italiane e dichiarava che per l’annessione alla Francia “n’est pas dans l’ordre naturel des choses” . Le rivendicazioni annessionistiche furono solamente utopiche e la polemica si concluse con accorate dichiarazioni di fede ai regnanti di casa Savoia.

Thursday, March 24, 2005

Buona Pasqua


Mistero e contrasto tra la domenica delle palme e il venerdì della passione. Gesù venne acclamato ed osannato da una folla festante la domenica delle palme, un’altra folla solo cinque giorni più tardi, lo condannò alla crocifissione, un’altra folla lo schernì e lo torturò senza pietà: un’altra folla che sostanzialmente era la stessa che lo acclamò. Il mistero della fede è racchiuso anche in questa paradossale contraddizione. È possibile che questi eventi non siano poi così vicini cronologicamente come i vangeli raccontino? A costo di essere blasfemi si può avanzare questa ipotesi? Sono molti i dubbi ai quali solo la fede può trovare una risposta. Come il ruolo tra Gesù e Maria Maddalena, il ruolo storico di Giuseppe d’Arimatea, e poi il mistero più grande della resurrezione.
Buona pasqua a tutti i miei lettori dal vostro Tex Willer.

Friday, March 18, 2005

Le mezze verità dei capi Sioux


Mezze verità e chiaroscuri del capo Sioux che ha ideato una campagna pubblicitaria alquanto deficitaria e imbarazzante. Così si legge su giornali, locandine, cartelloni, poster e volantini che capeggiano dappertutto nel villaggio della tribù indiana.
"Grimod-Guglielminotti - qualità della vita. Aosta ai primi posti: 2° posto per tenore di vita, 8° posto per vivibilità. (Fonte: “Il Sole 24 Ore” un indagine “qualità della vita del 1272004). Sono tante le motivazioni che ci fanno dire “Ad Aosta si vive bene”: serenità, opportunità, di lavoro e svago, calore e calore fanno della nostra città un luogo, una comunità (indiana ovviamente ndr Tex) dove è bello ritrovarsi a vivere. Nella legislatura in corso al Comune di Aosta, oltre agli importanti sviluppi strutturali, particolare impegno è stato dedicato all’assistenza ai bambini, agli anziani e alle persone che hanno bisogno d’aiuto […] i risultati ottenuti sono eloquenti".
Perché il tenente Rigo paga per i suoi meriti? Ditemi se questo non è far west! I buoni risultati nel settore sociale in favore dei più bisognosi sono indubbiamente da attribuire soprattutto al tenente delle politiche sociali Gianni Rigo che, siccome ha fatto un sin troppo buon lavoro, come asseriscono i capi indiani, non c’è più bisogno di lui ed è stato trombato, espulso da quella che sarà con ogni probabilità il senato indiano. Merito di questa indubbia lungimiranza è dei generali rossi locali che, con l’ipocrisia che li contraddistingue, premiano gli immeritevoli e condannavano i degni. Ma lasciamo stare i generali rossi, le loro cappe di piombo, la loro VI bolgia (“o frati i vostri mali…” canto XXIII V. 109) e torniamo alle mezze verità del capo Sioux.
Aosta è l’ottava città d’Italia dove si vive meglio, vero, ma andiamo a curiosare questa statistica a cui i Sioux tengono tanto da farnene il perno della loro battaglia: Aosta guadagna solo due posizioni nel 2004 (mentre ne aveva perse nel 2003), si afferma a fatica nelle top ten delle città più vivibili, scavalcata da città come Bologna (1° classificata), dalla mega metropoli Milano (2° classificata) e da Trento (medaglia di bronzo) che hanno ben altri problemi rispetto a quelli di un piccolo villaggio Il villaggio indigeno svetta prima nella classifica per i consumi medi della famiglia, si classifica al secondo posto nella qualità della vita, preceduta comunque dal mondano capoluogo lombardo, ed è la 9° città per l’ammontare del valore aggiunte pro-capite e per la ricchezza prodotta. Ma le moti dolenti per il villaggio sono tantissime: nel settore culturale (13° posto), nella criminalità (27° posto), nella qualità ambientale e dei servizi (71° posizione), nella scarsa presenza di infrastrutture adeguate (100° posizione), nell’incremento dei prezzi (43° posizione), nell’elevato numero di suicidi e di divorzi, dove la città si assesta alla 102° e penultima posizione. Ma me sembra uno scherzo! Questo sarebbe quello che la tribù vuole trasmettere? A me sembra un colossale AUTOGOL! Complimenti vivissimi a chi ha ideato questa splendida campagna elettorale per conto del capo Sioux. Quale messaggio si vuole dare con questo spot? Si vuole raccontare sempre una facciata della medaglia ignorando quella più torbida? I capi indigeni qui sanno raccontare mezze verità, mezze parole, mezze considerazioni. Il bicchiere è mezzo vuoto, ma ci viene presentato mezzo pieno, quando non ci viene presentato come pieno punto e basta (maestro eccelso di quest’arte era il mago prestigiatore, en passan anche ex presidente Aiat, Gianfranco Fisanotti).
Secondo Ecosistema Urbano 2005 Aosta si è classificata alla 45° posizione. È danneggiata dall’eccessivo utilizzo dell’auto privata come mezzo di trasporto, è la città italiana in cui circola il più alto numero di vetture (relegata in 103° ed ultima posizione). Mancano le aree verdi fruibile in rapporto al numero degli abitanti (92° posizione), le isole pedonali (73° posizione) e ancora una volta si ribadisce la scarsa capacità di risposta da parte delle amministrazioni comunali (66° posizione. Senza contare l’umiliazione delle targhe alterne, l’inquinamento dell’aria e valori simili a quelli di Mialno.
Se vincerà questa linea, questo messaggio, vorrà dire che agli indiani del villaggio si potrà far bere anche la trielina (come del resto già accade e di cui vi spiegherò il perché e il percome nel prossimo post) o meglio ancora una bella tisana alla cicuta. Signori e signori eccovi nel far west. Perché un forestiero che viene da un far west dovrebbe decidere di passare qualche giorno di riposo in un altro far west?

Monday, March 14, 2005

Cronaca e ideali dal passato n°1


“Notre destinée a toujours été celle de la Savoie. Nous avont traversé hiut siècle sous le même drapeau. L’histoire et les traditions de la Vallée d’Aoste sont tellement liées à l’hisoire e les traditions de la Savoie que nous ne formons qu’une seule famille. Les conseilles de la couronne sont tellement occupés à regarder sur la carte de l’Italie qu’ils perdent de vue ce qui est situé supérieurement au Piémont. La Vallée d’Aoste serà noyée comme un atome dans le vaste royaume italien. Pour nous, fils de la race franque, cette question italienne ne nous passione pas grandement. Nous pouvons dire avec l’Achille de Racine: Et que m’a fait à moi cette Troie où je cours?"

>L'Impartial< 7 giugno 1860 (giornale valdostano di orientamento liberale)

Dibattito in Valle d'Aosta sulla questione dell’annessione di Nizza e della Savoia alla Francia nel 1860.

Thursday, March 10, 2005

Chi spara a chi?


Io porto sempre nella fondina una pistola sei colpi: non si sa mai che ci fosse un improvviso attacco da parte degli indiani. Loro hanno solo arco e freccia, ma sono insidiosi. Rivendicano la loro terra con tenacia forti delle loro tradizioni, della loro storia e della loro “bien aimée langue française”. Per la verità sono pochi gli indiani che hanno la voglia e la forza di combattere, ma appena arrivato qui mi ha stupito un indigeno che non si è fatto scrupoli di impugnare la pistola e ora, se è il caso, minaccia anche di sparare contro i suoi stessi compagni. Secondo molti è un innovatore, un riformatore, un idealista, un coriaceo, secondo altri è un pazzo con una p/32. Strano anche lo strumento di difesa visto che è tutto di color arancione. Ed infatti l’arancio è il nuovo colore della moda primavera estate della politica valdostana… Aosta Viva e Roberto Louvin hanno tinteggiato di arancio pastello una tetra cittadina alpina. Tuttavia non solo in Valle l’arancione va di moda: un po’ in tutto il mondo è diventato il nuovo emblema di idee, partiti ed ideologie. Basta pensare alle bandiere arancio di Viktor Yuschenko, che odoravano di splendida libertà, in una Ucraina finalmente libera dal giogo dell’armata rossa (quella comandata dal Generale Zhukov?). Anche in Portogallo nelle prossime elezioni politiche c’è un partito che si presenta con uno stemma di colore arancione. La pubblicità ha portatato alla ribalta questo colore con il famoso "Conto Arancio" di Ing Direct e infine vi è l’arancio di Aosta Viva. Politici, pubblicità e costume tutto sembra tingersi di arancio.
In fondo che altri colori per un partito politico rimangono se non l’arancione (o pochi altri tra cui il viola ma si sa che porta sfiga): il rosso è di sinistra, il nero di destra, l’azzurro è appannaggio di Forza Italia, il verde della Lega, ma anche dei Verdi insieme al sole, il bianco della Democrazia Cristiana, il rosso e il nero degli indiani, l’arcobaleno è cavalcato dai pacifisti e il blu è dell’Alleanza. L’Arancio è il rosso comunista che ha incontrato il giallo sole, è un rosso sbiadito dal bianco, un comunismo annacquato di modernismo, un socialismo nuovo per un colore vecchio.
Oro gli indiani del Comité Fédéral non vogliono nemmeno rinnovare la tessere del movimento al loro ex capo tribù.

Louvin a capo di una tribù indiana? Così, come diceva la famosa canzone di Enzo Jannacci, giusto "per vedere l’effetto che fa. “Vengo anch’io, non tu no, vengo anch’io, non tu no, vengo anch’io, non tu no, ma perché: perché no."

Tuesday, March 08, 2005


Un augurio a tutte le donne...
"La giornata della donna venne istituita il 29 agosto del 1910 a Copenaghen, in occasione della Seconda Conferenza delle donne dell’Internazionale Socialista, su proposta della leader socialdemocratica tedesca Clara Essner Zetkin, direttrice del giornale “Gleichheit” (Uguaglianza)".

Nei sentieri già tracciati io mi perdo

Gli eroi sono angeli?



Un eroe umile del quotidiano che il caso ha trasformato in un martire. Io sono l'eroe del west dal grilletto facile e tra e tra eroi ci si capisce eudo giornalista Giuliana Sgrena il povero Nicola è stato relegato ad una figura di gregario, un piccolo uomo che ha salvato la vita della "grande giornalista". Leggo spesso di un sentimento nazionale risvegliato, puro e nitido, nuovo nazionalismo risvegliato dal pantano irakeno: ma dove? dove lo vedete? Qui viviamo nel solito far west, tra deserto e pallottole. io vedo solo un piccolo uomo che è morto svolgendo il mestiere più bello al mondo: la spia segreta, lo 007, l'agente per eccellenza. Com'è strano che un uomo tanto comune anche nell'aspetto, con quei baffetti e la pelatona sulla capa, sia stato un agente segreto del Sismi.Capelari rimane un personaggio di secondo piano, un piccolo uomo qualunque dalla faccia pulita, mentre Quattrocchi, l'omone che giocava alla guerra, l'imbecille con il mitra in mano, il demonio spavaldo, è stato elevato a eroe della patria. Lui che invece di chiedere perdono a Dio per i suoi meschini peccati ha alzato la testa e l'orgoglio arrogante per dire: "vi faccio vedere come muore un italiano"...Il caso li fa diventare eroi anche se non lo vogliono, anche se non se lo meritano...

Come quel motociclista morto nel rogo del tunnel del Monte Bianco, ancora ora osannato da migliaia di motards, che ebbe solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, di eroico non fece proprio nulla. Sono i vivi che hanno sempre questo disperato bisogno di creare un idolo, qualunque esso sia...

Sunday, March 06, 2005

Alla conquista del west valdostano


Qui nulla andava per il verso giusto nel pantano di questo mondo: disocupazione, carestie, incendi, delinquenza, camorra. Non potevo stare li un altro minuto. Ho preso la fondina, la pistola, molte cartucce e con la prima diligenza mi sono diretto verso un nuovo mondo, verso il lontano ovest (letteralmente farwest appunto), verso una piccola zona montuosa abitata da montanari e bovini tra le Alpi Graie... Questo è il mio racconto di quello che ho trovato nel mio far west...

Noi indiani valdostani


Scacciati dalle nostre terre e rilegati nelle riserve delle intellighenzie valdotaine dove i visi pallidi ci hanno confinati: io sono riuscito a scappare dal recinto del gregge e ora vi racconto quello che nessuno ha più il coraggio di raccontare...

Saturday, March 05, 2005

prova

prova