La battaglia
fratricida di Aosta tra le due anime indigene ha dato ragione alla linea di una capo indiano che ha saputo gestire il vantaggio elettorale e che ha fatto della continuità la sua principale arma di offesa:
ora è il momento di sotterrare l’ascia di guerra. La sconfitta per i dissidenti pellerossa, che avevano trovato in Louvin il loro punto di riferimento, appare ora plateale e al di là di ogni più grigia previsione: non resta quasi che pensare ad un “Rompete tutti le righe”. A ridosso delle elezioni tra i dissidenti serpeggiava un qualcosa di simile all’euforia e alcuni pronosticavano anche un ipotetico ballottaggio: niente di più falso. Ora la sconfitta
cocente potrebbe creare un effetto domino ed autodistruttivo capace di distruggere lo stesso movimento: il partito potrebbe anche sciogliersi o, molto probabilmente, il suo unico ideatore potrebbe rinunciare alla carica di consigliere comunale d’opposizione.
Tra gli indiani arancioni in molti sono pronti a scommettere sulle dimissione del loro leader. Se così fosse che ne sarebbe di tutti gli ideali, le battaglie, le illusioni che gli indiani dissidenti avevano così tenacemente portato avanti?
Louvin aveva un solo obbiettivo: la vittoria.
Il professor Aosta Viva ora appare più che mai isolato, solo e politicamente bollito. Non credo che Aosta Viva possa mai diventare un partito regionalista, autonomista all'interno del centro-sinistra e credo che per le elezioni politiche del 2006 non ci si possa affidare a nessun esponente proveniente da Aosta Viva (ammesso che il movimento politico esista ancora nel 2006). Ad Aosta nulla può cambiare, siamo rassegnati a questa atrofizzata politica locale fatta di personaggi che dominano la scena, una realtà fatta di “prime donne” senza possibilità di scelta. La sconfitta delle mille anime delle destre aostane appare a dir poco imbarazzante; Forza Italia appare in crisi in tutta Italia e certo nessuno si aspettava un buon risultato da Vièrin, ma difficilmente le destre avrebbero potuto fare peggio di come è andata nelle amministrative di Aosta: forse faranno state le maledizioni e i riti neri dell’azzurro Bianco Marino Guglielminotti a far colare a picco la già fragile “barca azzurra” aostana.
Le elezioni hanno già detto sin troppo: hanno messo fuori causa un ex presidente della giunta regionale e impediranno (con ogni massima probabilità) al “designato a furor di popolo” celtico Caverix di raggiungere mai la poltrona che brama più di tutte (e che forse meriterebbe più di ogni altro),quella di presidente del consiglio valle.