Friday, March 18, 2005

Le mezze verità dei capi Sioux


Mezze verità e chiaroscuri del capo Sioux che ha ideato una campagna pubblicitaria alquanto deficitaria e imbarazzante. Così si legge su giornali, locandine, cartelloni, poster e volantini che capeggiano dappertutto nel villaggio della tribù indiana.
"Grimod-Guglielminotti - qualità della vita. Aosta ai primi posti: 2° posto per tenore di vita, 8° posto per vivibilità. (Fonte: “Il Sole 24 Ore” un indagine “qualità della vita del 1272004). Sono tante le motivazioni che ci fanno dire “Ad Aosta si vive bene”: serenità, opportunità, di lavoro e svago, calore e calore fanno della nostra città un luogo, una comunità (indiana ovviamente ndr Tex) dove è bello ritrovarsi a vivere. Nella legislatura in corso al Comune di Aosta, oltre agli importanti sviluppi strutturali, particolare impegno è stato dedicato all’assistenza ai bambini, agli anziani e alle persone che hanno bisogno d’aiuto […] i risultati ottenuti sono eloquenti".
Perché il tenente Rigo paga per i suoi meriti? Ditemi se questo non è far west! I buoni risultati nel settore sociale in favore dei più bisognosi sono indubbiamente da attribuire soprattutto al tenente delle politiche sociali Gianni Rigo che, siccome ha fatto un sin troppo buon lavoro, come asseriscono i capi indiani, non c’è più bisogno di lui ed è stato trombato, espulso da quella che sarà con ogni probabilità il senato indiano. Merito di questa indubbia lungimiranza è dei generali rossi locali che, con l’ipocrisia che li contraddistingue, premiano gli immeritevoli e condannavano i degni. Ma lasciamo stare i generali rossi, le loro cappe di piombo, la loro VI bolgia (“o frati i vostri mali…” canto XXIII V. 109) e torniamo alle mezze verità del capo Sioux.
Aosta è l’ottava città d’Italia dove si vive meglio, vero, ma andiamo a curiosare questa statistica a cui i Sioux tengono tanto da farnene il perno della loro battaglia: Aosta guadagna solo due posizioni nel 2004 (mentre ne aveva perse nel 2003), si afferma a fatica nelle top ten delle città più vivibili, scavalcata da città come Bologna (1° classificata), dalla mega metropoli Milano (2° classificata) e da Trento (medaglia di bronzo) che hanno ben altri problemi rispetto a quelli di un piccolo villaggio Il villaggio indigeno svetta prima nella classifica per i consumi medi della famiglia, si classifica al secondo posto nella qualità della vita, preceduta comunque dal mondano capoluogo lombardo, ed è la 9° città per l’ammontare del valore aggiunte pro-capite e per la ricchezza prodotta. Ma le moti dolenti per il villaggio sono tantissime: nel settore culturale (13° posto), nella criminalità (27° posto), nella qualità ambientale e dei servizi (71° posizione), nella scarsa presenza di infrastrutture adeguate (100° posizione), nell’incremento dei prezzi (43° posizione), nell’elevato numero di suicidi e di divorzi, dove la città si assesta alla 102° e penultima posizione. Ma me sembra uno scherzo! Questo sarebbe quello che la tribù vuole trasmettere? A me sembra un colossale AUTOGOL! Complimenti vivissimi a chi ha ideato questa splendida campagna elettorale per conto del capo Sioux. Quale messaggio si vuole dare con questo spot? Si vuole raccontare sempre una facciata della medaglia ignorando quella più torbida? I capi indigeni qui sanno raccontare mezze verità, mezze parole, mezze considerazioni. Il bicchiere è mezzo vuoto, ma ci viene presentato mezzo pieno, quando non ci viene presentato come pieno punto e basta (maestro eccelso di quest’arte era il mago prestigiatore, en passan anche ex presidente Aiat, Gianfranco Fisanotti).
Secondo Ecosistema Urbano 2005 Aosta si è classificata alla 45° posizione. È danneggiata dall’eccessivo utilizzo dell’auto privata come mezzo di trasporto, è la città italiana in cui circola il più alto numero di vetture (relegata in 103° ed ultima posizione). Mancano le aree verdi fruibile in rapporto al numero degli abitanti (92° posizione), le isole pedonali (73° posizione) e ancora una volta si ribadisce la scarsa capacità di risposta da parte delle amministrazioni comunali (66° posizione. Senza contare l’umiliazione delle targhe alterne, l’inquinamento dell’aria e valori simili a quelli di Mialno.
Se vincerà questa linea, questo messaggio, vorrà dire che agli indiani del villaggio si potrà far bere anche la trielina (come del resto già accade e di cui vi spiegherò il perché e il percome nel prossimo post) o meglio ancora una bella tisana alla cicuta. Signori e signori eccovi nel far west. Perché un forestiero che viene da un far west dovrebbe decidere di passare qualche giorno di riposo in un altro far west?

3 Comments:

Blogger Tex Willer said...

ciao generale, capisco il tuo rammarico e un po' me ne dispiaccio! noi siamo figli del nostro tempo, ma abbiamo radici che non potete ignorarle! per quanto riguarda il passato ora stiamo vivendo quel passaggio ad uno stato federale che tanti in Valle d'Aosta hanno auspicato e hanno per il quale hanno lottato (invano) per riconoscerlo: penso a Anselme Réan, a don joconde stévinin o anche ad émile Chanoux stesso... Ora che lo stato federale sarà realtà perchè nessuno in Valle apre un dibattito attorno a queste importanti tematiche? Che fine farà l'autonomismo? E l'imperatore Augusto (Rolandin ndr) che cosa ne pensa?

5:18 PM, March 24, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

vero caro generale,
infatti il mio dibattito nasce proprio da questro contrasto tra vecchio corso e nuovo corso, come dici nella tua bella similitudine morfologica territoriole.
Manzetti... Tasto dolentissimo! Voi avete forse il primo inventore del telefono moderno e a mala pena conoscete chi sia! Grave, molto grave direi! Per questo propongo una campagno pro Manzetti a partire da questi commenti: noi smuoveremo le montagne!

10:51 AM, March 25, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

Ciao Lee,
concordo con te. Dopo una lunga battaglia giudiziaria tra Bell e Meucci sulla paternità del telefono, vinta da Meucci, quello che sfruttò commercialmente l'invemzione fu Bell. Tuttavia entrambi presero molte delle intuizioni del valdostano Manzetti e anche il primo prototipo di apparecchio telefonico italiano, realizzato da uno stabilimento piemontese verso fine Ottocento, aveva molti punti di contatto con gli esperimenti eseguiti da Manzetti quasi 50 anni prima. Manzetti morì povero e senza un briciolo di celebrità, neppure tra i valdostani. Questa è solo una storia dimenticata anche da tutti, anche da chi nelle riserve indiane guarda il mondo da un oblò... Nessun Museo, nessun riconiscimento, nessuna gloria... E pensare che un museo dedicato a Manzetti potrebbe essere anche un'attrativa turistica non indifferente!

9:35 AM, March 26, 2005

 

Post a Comment

<< Home