Thursday, March 10, 2005

Chi spara a chi?


Io porto sempre nella fondina una pistola sei colpi: non si sa mai che ci fosse un improvviso attacco da parte degli indiani. Loro hanno solo arco e freccia, ma sono insidiosi. Rivendicano la loro terra con tenacia forti delle loro tradizioni, della loro storia e della loro “bien aimée langue française”. Per la verità sono pochi gli indiani che hanno la voglia e la forza di combattere, ma appena arrivato qui mi ha stupito un indigeno che non si è fatto scrupoli di impugnare la pistola e ora, se è il caso, minaccia anche di sparare contro i suoi stessi compagni. Secondo molti è un innovatore, un riformatore, un idealista, un coriaceo, secondo altri è un pazzo con una p/32. Strano anche lo strumento di difesa visto che è tutto di color arancione. Ed infatti l’arancio è il nuovo colore della moda primavera estate della politica valdostana… Aosta Viva e Roberto Louvin hanno tinteggiato di arancio pastello una tetra cittadina alpina. Tuttavia non solo in Valle l’arancione va di moda: un po’ in tutto il mondo è diventato il nuovo emblema di idee, partiti ed ideologie. Basta pensare alle bandiere arancio di Viktor Yuschenko, che odoravano di splendida libertà, in una Ucraina finalmente libera dal giogo dell’armata rossa (quella comandata dal Generale Zhukov?). Anche in Portogallo nelle prossime elezioni politiche c’è un partito che si presenta con uno stemma di colore arancione. La pubblicità ha portatato alla ribalta questo colore con il famoso "Conto Arancio" di Ing Direct e infine vi è l’arancio di Aosta Viva. Politici, pubblicità e costume tutto sembra tingersi di arancio.
In fondo che altri colori per un partito politico rimangono se non l’arancione (o pochi altri tra cui il viola ma si sa che porta sfiga): il rosso è di sinistra, il nero di destra, l’azzurro è appannaggio di Forza Italia, il verde della Lega, ma anche dei Verdi insieme al sole, il bianco della Democrazia Cristiana, il rosso e il nero degli indiani, l’arcobaleno è cavalcato dai pacifisti e il blu è dell’Alleanza. L’Arancio è il rosso comunista che ha incontrato il giallo sole, è un rosso sbiadito dal bianco, un comunismo annacquato di modernismo, un socialismo nuovo per un colore vecchio.
Oro gli indiani del Comité Fédéral non vogliono nemmeno rinnovare la tessere del movimento al loro ex capo tribù.

Louvin a capo di una tribù indiana? Così, come diceva la famosa canzone di Enzo Jannacci, giusto "per vedere l’effetto che fa. “Vengo anch’io, non tu no, vengo anch’io, non tu no, vengo anch’io, non tu no, ma perché: perché no."

19 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Sono un sostenitore di Luovin, o meglio, non lo sono mai stato ma ora approvo la sua condotta politica. La mia approvazione nasce da un analisi della situazione politica valdostana, nella quale, da tempo, non ci vedo nessun elemento innovatore. Per questa ragione una persona sensata ha ritenuto di affrontare il problema. Come? Mettendo in discussione ciò che egli stesso aveva, con i suoi compagni di ventura, contribuito ad edificare e a renderlo come "modello di governo". Dall'interno dei palazzi, spesso, non si vede fuori perdendo il contatto con la realtà ed i cittadini; Louvin ha saputo accorgersi di questa grave carenza e per tale ragione ha deciso di cambiar rotta. Cambiar rotta, senza rinnegare la navigazione sin quì praticata. Sicuramente, però, a bordo ha incontrato delle opposizioni, al punto di sfociare in un ammutinamento. Convinto che bisognava abbandonare la corazzata sulla quale aveva navigato, con una scialuppa ha intrapreso una nuova rotta e sulla strada ha incontrato altre scialuppe che, convinte della corretta rotta, lo stanno seguendo. La corazzata, dal canto suo sta navigando male: troppi ufficiali vorrebbero governarla, col risultato, però, che rischia di andare alla deriva.....
Fin quì nulla di anormale, capità nella politica che vi siano divorzi e matrimoni. Ciò che invece è importante è il messaggio che viene lanciato: un nuovo modo di far politica.Indipendentemente dai simboli o dai colori usati, ci stiamo accorgendo che si comincia a discutere, sta nascendo un dibattito e la conferma ci viene dalla periferia dove assistiamo alla nascita di altre liste, nuove formazioni, con criteri nuovi che si oppongono a metodologie imposte che hanno blindato la politica valdostana, procurando gravi danni alla democrazia.

3:56 AM, March 15, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

gentile anonimo,
condivido con te buona parte delle tue argomentazioni... difficilmente però lo potremo vedere a capo della tribù sioux anche perchè dovrebbe convincere tutti i non unionisti a votare per sua lista arancio oppure tutti gli unionisti a non votare per l'Union. In entrambi i casi è un'impresa veramente ardua, anche per un esperto navigatore come lui, per toranare alla tua bella similitudine marittima...

1:42 PM, March 15, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Caro tex, se condividi le mie argomentazioni, o parte di esse, per quale ragione continui ad essere scettico?
Storicamente è provato che i grandi eventi si realizzano per piccole, ma forti, convinzioni, quindi dai,inizia un confronto di idee, di opinioni. Non solo Louvin ha la potenzialità di suscitare dibattito. La Valle d'aosta da circa un ventennio sonnecchia grazie ad un pingue bilancio - la cui maggiore voce proviene dall'odiato stato italiano- e che una classe politica mediocre lo destina maggiormente a scopi atti a perpetrare la loro permanenza nei posti di potere ingessando tutto. Ogni cittadino è "protetto", o almeno lo fanno sentire tale, da un'informazione- chiamiamola propaganda- che ci dice che tutto va bene, siamo i migliori, i più ricchi, i più belli e anche, se stiamo zitti, i più fortunati: nota che questo concetto viene ribadito nello slogan elettorale dell'Union-DS per le elezioni comunali di Aosta. La realtà purtroppo è un po' diversa. Ma andiamo con ordine, iniziando dall'ambiente: i recenti provvedimenti che limitano il traffico per abbassare l'inquinamento delle PM10 sfatano la salubrità di Aosta e se pensiamo che la soglia massima, durante un anno di osservazione, è stata superata diverse decine di volte si comprende che la situazione
non è delle più rosee. Il lavoro, l'occupazione, soprattutto quella giovanile, il commercio, l'industria, l'agricoltura, il turismo, non credo che si possa dire che godano di ottima salute. La vita sociale è al limite della vivibilità, già penalizzata da un clima piuttosto rigido.La cultura pur essendo maggiormente in una direzione , langue: si scopre di avere degli interessi comuni solo nei brevi periodi elettorali.
La classe politica la fa da padrone, determina la nostra esistenza, dimentica che sono i cittadini che la esprimono e che, pertanto, al servizio di essi deve essere, non crearsi baronie e dinastie personali. Dovremmo opporci a ciò, coi mezzi di cui disponiamo, cioè il voto; ma per esprimere un voto all'altezza della situzione dobbiamo individuare i problemi che ci circondano, analizzarli e muoversi nella direzione corretta per fronteggiarli. Non possiamo vivere in una "dittatura democratica"- democratica in quanto i dittatori li esprimiamo democraticamente- perchè in Valle viviamo in una dittatura capeggiata da un despota che ha la concezione che la nostra regione sia una sua bottega.
Vedi, caro Tex, quanto materiale abbiamo !!!!!
Iron

4:10 AM, March 16, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

E'un peccato che non si dia continuazione al dibattito iniziato. Per quale motivo? Cosa serve aver creato un blog e lasciarlo vuoto. Desidererei conoscere l'opinione di Tex Willer per eventualmente inserirmi
Dersuzala

5:35 AM, March 18, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

E'un peccato che non si dia continuazione al dibattito iniziato. Per quale motivo? Cosa serve aver creato un blog e lasciarlo vuoto. Desidererei conoscere l'opinione di Tex Willer per eventualmente inserirmi
Dersuzala

5:35 AM, March 18, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

gentile dersuzula,
hai perfettamente ragione, ma gli impegni non danno scampo nemmeno a dei coyboys esperti e navigati come me... e poi questo commento mi ha dato l'idea per un post a cui ho dato seguito! mi ha colpito l'espressione "dittatura democratica"... sicuramente un ossimoro ad effetto! La Dc ha governato questo bel paese del far west per quasi cinquant'anni, probabilmente l'UV farà altrettanto! Voi siete l'ultimo baluardo di una politica che non esiste più: la politica del compromesso, dell'assenza di opposizione, dell'apatia e della stanchezza. Bisogna essere orgogliosi di essere i difensori di un sistema che non esiste più (bisogna esserlo?) gli ultimi ad abbandonare il transatlantico. La Valle è stata sempre un laboratorio politico (ricordate che la Dc ha sperimentato prorio qui la sua scissione in ala destra e sinistra, scissione che in Italia sarebbe stata inevitabile solo decenni... La spaccatura della Dc valdostana diede il la all'affermazione dell'Union Valdotaine). Una volta si era laboratorio, ora si è quello che non esiste più... da primi ad ultimi. L'Italia si era civilizzata diventando finalmente un paese democratico, anche se dolorosamente, dopo il 1992, qui siamo rimasti un decennio indietro... Da primi a ultimi

10:32 AM, March 18, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Perchè ultimi? Non è grave, è gravissimo se rimaniamo tali; se vogliamo rimanerci abbandonando la lotta per risalire la china. La storia dovrebbe insegnarci a non commettere gli errori del passato e se errori non se nesono fatti, ripristinare, con i dovuti correttivi, quei valori che non ci hanno fatto errare. Vedi caro Tex che se lo vogliamo possiamo essere sempre un laboratorio politico ! L'eterogeneità sociale e politica valdostana sono la materia prima del dibattito e quindi il presupposto per elaborare nuovi progetti. Non abbandoniamoci a ciò che siamo ora, muoviamoci in qualsiasi direzione. Verrà da sè l'indirizzo corretto, ciò che porterà consenso sarà degno di essere seguito.
Dersuzala

3:45 AM, March 21, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

Caro/a dersurzula,
siamo gli ultimi che guardano ad un sistema politico logoro, ma forse questo è un fattore intrinsecamente correlato alla stessa "grandeur de la petite patrie"...
non credo però che "ciò che porterà consenso sarà degno di essere seguito": il fascismo, il nazismo e, in parte, anche il comunismo avevano un larghissimo consenso popolare, ma sono stati modelli di governo degni di essere seguiri?
è grave se rimaniamo così, ma qui, come dalle mie parti, si abusa spesso con il cognac (perchè francese) che qualcuno allunga con un po' di vodka... un bel Pastice!?

4:30 AM, March 21, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Non concordo sul significato che dai al consenso. Esso è frutto di una libera scelta, quindi non ha nemmeno lontanamente
da spartire qualcosa col nazismo ed il fascismo. Questi furono delle imposizioni e dei plagi applicati con il terrore e con una propaganda bugiarda e studiata, al punto che usavano argomentazioni e principi diversi in funzione della destinazione. No, il consenso di cui parlo è un altro. Esso scaturisce dalla discussione, dall'analisi e dal dibattito libero, pertanto non può produrre fenomeni abberranti come quelli che hai citato tu. Cordialmente Dersuzala

7:15 AM, March 21, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

la discussione e il dibattito sono sacramenti della nostra società, del nostro vivere... per tornare al dibattito: la discussione (o consenao) può partare ad una svolta? io credo che "Omnia tempus habent" (ogni cosa ha il suo tempo)

10:11 AM, March 23, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Ogni cosa ha il suo tempo?
rettificherei in "a suo tempo". Credo che questo sia arrivato per proporre qualcosa di diverso. Cominciamo dalle elezioni comunali: per quale ragione sostenere la "continuità" se questa è oggetto di malumore, di insoddisfaziane, di assenza di libertà?
Il regime quasi ventennale di UV-DS e qualche gruppuscolo in più.. ha scontentato tanta gente, eccetto i beneficiari di tale sistema. -

1:49 AM, March 25, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

e aggiungerei menzogne o mezze verità... da quando Aosta "è paradiso del tempo libero e del verde urbano? (come cappeggia in alcuni cartelloni elettorali)ecosistema urbano 2005 pone aosta alla 92° posizione per aree verdi fruibile in rapporto al numero degli abitanti...
L'alternanza di governo è alla base di una qualsiasi sistema democratico moderno (e per moderno intendo post restaurazione ottocentesca)! che quel qualcosa di diverso sia "l'alternative orange?" il paese dei campanacci avrà il coraggio di cambiare?Da sempre la politica locale è dominata più da interessi personali che da ideologie: mi viene in mente François Farinet (una specie di Rollandin di inizio secolo) che ha dominato la scena politica per quasi mezzo secolo tra otto e novecento. La storia si ripete. historia magista vitae est...

2:14 PM, March 25, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Concordo con le aggiunte, che non fanno altro che aggravare il quadro della situazione. Ma allora se è quella descritta, non ci rimane altro che risanarla. Come? Non confermando la fiducia a chi ha creato, sostenuto ed esaltato quello stato di cose, mistificando la realtà.
Aosta ha molti problemi e la Regione ne ha ancora di più. Pensiamo cosa succederà in un futuro non molto lontano, quando a causa della " bossiana devolution "entreranno nelle casse regionali molti meno denari. Allora saremo costretti a ricorrere a dei politici-amministratori seri, in quanto quelli che hanno fino ad ora scherzato, ma disponevano di molto denaro, non sono certamente all'altezza della situazione.
Credo che dei cittadini responsabili debbano preoccuparsi del futuro, e per tempo, non aspettando che gli ambasciatori valdostani si limitino a richieste di integrazione al bilancio al ministro La Loggia. Oppure pensano di impietosire Berlusconi affinchè apra i cordoni della borsa nazionale?
E se ciò avvenisse a quale prezzo politico?
L'Autonomia, incombenze amministrative varie, particolarismo, potestà primarie cassate? Non credo che i valdostani, fieri del loro particolarismo, ma anche dei privilegi, intendano rinunciarvi. Fin d'ora, quindi, è necessario premunirsi, non aspettare supinamente che i parlamentari locali ci dicano solo che hanno votato contro la devolution, tacendoci cosa tale riforma comporta.

12:33 AM, March 27, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Concordo con le aggiunte, che non fanno altro che aggravare il quadro della situazione. Ma allora se è quella descritta, non ci rimane altro che risanarla. Come? Non confermando la fiducia a chi ha creato, sostenuto ed esaltato quello stato di cose, mistificando la realtà.
Aosta ha molti problemi e la Regione ne ha ancora di più. Pensiamo cosa succederà in un futuro non molto lontano, quando a causa della " bossiana devolution "entreranno nelle casse regionali molti meno denari. Allora saremo costretti a ricorrere a dei politici-amministratori seri, in quanto quelli che hanno fino ad ora scherzato, ma disponevano di molto denaro, non sono certamente all'altezza della situazione.
Credo che dei cittadini responsabili debbano preoccuparsi del futuro, e per tempo, non aspettando che gli ambasciatori valdostani si limitino a richieste di integrazione al bilancio al ministro La Loggia. Oppure pensano di impietosire Berlusconi affinchè apra i cordoni della borsa nazionale?
E se ciò avvenisse a quale prezzo politico?
L'Autonomia, incombenze amministrative varie, particolarismo, potestà primarie cassate? Non credo che i valdostani, fieri del loro particolarismo, ma anche dei privilegi, intendano rinunciarvi. Fin d'ora, quindi, è necessario premunirsi, non aspettare supinamente che i parlamentari locali ci dicano solo che hanno votato contro la devolution, tacendoci cosa tale riforma comporta.

12:40 AM, March 27, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

Credo che i privilegi saranno forse presto un ricordo con la Devolution... poi ci sarebbe da intraprendere il discorso sull'equa distribuzione dei privilegi regionali. Ad esmpio i buoni della benzina premiano le famiglie che possiedono più di una autovettura. Per contro vengono svantaggiate le famiglie che, magari per difficoltà economiche, possiedono una sola auto. perciò una famiglia di tre componenti, con tre patenti e tre auto può accedere a dei benefici maggiori rispetto ad una famiglia composta di cinque membri, ma con una vettura sola... la povertà è un fenomeno che esiste anche in Valle d'Aosta anche se pochi sembrono preoccuparsene...

10:10 AM, March 27, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

I buoni benzina distorcono il mercato dei carburanti, come dici tu, Tex. Inoltre aumentano la domanda, portando ad un aumento dei prezzi. È noto a tutti il recente studio che indica che la nostra è la quarta provincia più cara per quanto riguarda i carburanti.
Così come i mututi agevolati, che fanno lievitare la domanda di abitazioni e di conseguenza i prezzi. Sempre a discapito dei poveri.
Servono interventi mirati e non generalizzati, questo è il tipico aspetto negativo della troppa ricchezza degli enti pubblici. Ecco perché non esagero quando anni di autonomia hanno fatto male alla Valle: se le si agigunge al malgoverno, siamo ancora fortunati di non essere tutti a piedi...

7:06 AM, March 29, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

I buoni benzina distorcono il mercato dei carburanti, come dici tu, Tex. Inoltre aumentano la domanda, portando ad un aumento dei prezzi. È noto a tutti il recente studio che indica che la nostra è la quarta provincia più cara per quanto riguarda i carburanti.
Così come i mututi agevolati, che fanno lievitare la domanda di abitazioni e di conseguenza i prezzi. Sempre a discapito dei poveri.
Servono interventi mirati e non generalizzati, questo è il tipico aspetto negativo della troppa ricchezza degli enti pubblici. Ecco perché non esagero quando anni di autonomia hanno fatto male alla Valle: se le si agigunge al malgoverno, siamo ancora fortunati di non essere tutti a piedi...

7:06 AM, March 29, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

I buoni benzina distorcono il mercato dei carburanti, come dici tu, Tex. Inoltre aumentano la domanda, portando ad un aumento dei prezzi. È noto a tutti il recente studio che indica che la nostra è la quarta provincia più cara per quanto riguarda i carburanti.
Così come i mututi agevolati, che fanno lievitare la domanda di abitazioni e di conseguenza i prezzi. Sempre a discapito dei poveri.
Servono interventi mirati e non generalizzati, questo è il tipico aspetto negativo della troppa ricchezza degli enti pubblici. Ecco perché non esagero quando anni di autonomia hanno fatto male alla Valle: se le si agigunge al malgoverno, siamo ancora fortunati di non essere tutti a piedi...

Ps: Devi avere i commenti in pappa...

7:06 AM, March 29, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

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7:06 AM, March 29, 2005

 

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