Monday, May 23, 2005

Il trasferimento di Tex Willer nel selvaggio ovest della Corsica



Cari amici lettori,

il vostro Tex Willer espatria in Francia per motivi di studio sociale, culturale e antropomorfico. Forse sarà un po’ tutto nuovo e strano, ma sono determinato a concludere tutta la stagione estiva, che mi piaccia oppure no. Questa sarà una scommessa che per la prima volta voglio prendere con me stesso.
Per meglio capire la realtà e l’enigmatica situazione del vostro confuso farwest valdostano ho scelto di intraprendere un viaggio alla scoperta di realtà storiche, culturali e linguistiche simile a quelle che sopravvivono in Valle d’Aosta. Quest’anno ho scelto di recarmi in Corsica per un’esperienza lavorativa e per vedere da vicino una realtà che, secondo alcuni aspetti, potrebbe assomigliare a quella della regione alpina. La Corsica e la Valle d’Aosta in un certo senso hanno radici culturali e storiche simili ed opposte: l’isola francese e la regione alpina hanno in comune un senso d’indipendenza molto forte, ma per ragioni storiche opposte. Entrambe le regioni hanno un forte senso della difesa del territorio e dell’etnia.
La Corsica infatti è stata a lungo tempo dominio delle repubbliche marittime italiane e solo tardivamente è entrata a far parte della monarchia francese; viceversa la Valle d’Aosta è stata sempre fedele ai regnanti di casa Savoia e ha seguito l’evoluzione di questa nobile famiglia da rango minore del regno di Borgogna sino a regnanti dell’Italia. Nel 1032 il re di Borgogna Rodolfo III dovette cedere il suo regno all’Imperatore di Germania dopo avere inutilmente tentato di assoggettare i grandi feudatari del suo regno. Tra questi feudatari emergenti si impose soprattutto il conte Umberto Biancamano, primo antenato conosciuto di casa Savoia. Infatti tre documenti attestano l’inizio della signoria di casa Savoia nella regione valdostana: nel 1024, nel 1026 e ancora nel 1032.
In Valle d’Aosta la difesa del francese, durante tutto il Novecento, è stato il collante della minuscola élite locale che richiedeva una autonomia politico-culturale e amministrativa: come sappiano la ottenne solo nell’immediato dopoguerra, mentre una ristrettissima minoranza spingeva per una annessione alla repubblica francese. La Corsica invece per secoli ha tentato di sfuggire dal giogo accentratore e strangolatore della Francia, senza mai riuscire a strappare nemmeno una concessione d’autonomia. Per una regione che desiderava parlare “francese”, ce n’era un’altra che avrebbe fatto di tutto per essere fieramente “Corsa”.
L’opulenza, la corruzione e lo spreco di denari pubblici hanno fatto dimenticare alla Valle d’Aosta il motto di personaggi illustri quali François Farine, Joséphine Duc Teppex e don Jean Joconde Stévenin: “la Vallée d’Aoste aux valdôtain”, l’amore incondizionato per la “Petit Patrie: la Valle d’Aoste est aux Valdôtain è morto. Il vostro energico cowboy riporterà quest’amore antico da una terra dove il sentimento di patria regionale è ancora ben vivo.
Vi saluto affettuosamente e spero seguiate le mie future “CRONACHE CORSE”!
Arrivederci dal corsaro Tex Willer.

1 Comments:

Blogger Tex Willer said...

spero di dare unq viosione corretta dellq Corsica, senza eccessi da turista::: Credo che lq Cosircq possa insegnarci molte cose... il pqticolarismo valdostano esiste, ma lo abbiqmo dimenticqto

5:25 AM, May 31, 2005

 

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