Thursday, May 12, 2005

La Vittoria del capo Sioux



La battaglia fratricida di Aosta tra le due anime indigene ha dato ragione alla linea di una capo indiano che ha saputo gestire il vantaggio elettorale e che ha fatto della continuità la sua principale arma di offesa: ora è il momento di sotterrare l’ascia di guerra. La sconfitta per i dissidenti pellerossa, che avevano trovato in Louvin il loro punto di riferimento, appare ora plateale e al di là di ogni più grigia previsione: non resta quasi che pensare ad un “Rompete tutti le righe”. A ridosso delle elezioni tra i dissidenti serpeggiava un qualcosa di simile all’euforia e alcuni pronosticavano anche un ipotetico ballottaggio: niente di più falso. Ora la sconfitta cocente potrebbe creare un effetto domino ed autodistruttivo capace di distruggere lo stesso movimento: il partito potrebbe anche sciogliersi o, molto probabilmente, il suo unico ideatore potrebbe rinunciare alla carica di consigliere comunale d’opposizione. Tra gli indiani arancioni in molti sono pronti a scommettere sulle dimissione del loro leader. Se così fosse che ne sarebbe di tutti gli ideali, le battaglie, le illusioni che gli indiani dissidenti avevano così tenacemente portato avanti? Louvin aveva un solo obbiettivo: la vittoria. Il professor Aosta Viva ora appare più che mai isolato, solo e politicamente bollito. Non credo che Aosta Viva possa mai diventare un partito regionalista, autonomista all'interno del centro-sinistra e credo che per le elezioni politiche del 2006 non ci si possa affidare a nessun esponente proveniente da Aosta Viva (ammesso che il movimento politico esista ancora nel 2006). Ad Aosta nulla può cambiare, siamo rassegnati a questa atrofizzata politica locale fatta di personaggi che dominano la scena, una realtà fatta di “prime donne” senza possibilità di scelta. La sconfitta delle mille anime delle destre aostane appare a dir poco imbarazzante; Forza Italia appare in crisi in tutta Italia e certo nessuno si aspettava un buon risultato da Vièrin, ma difficilmente le destre avrebbero potuto fare peggio di come è andata nelle amministrative di Aosta: forse faranno state le maledizioni e i riti neri dell’azzurro Bianco Marino Guglielminotti a far colare a picco la già fragile “barca azzurra” aostana.
Le elezioni hanno già detto sin troppo: hanno messo fuori causa un ex presidente della giunta regionale e impediranno (con ogni massima probabilità) al “designato a furor di popolo” celtico Caverix di raggiungere mai la poltrona che brama più di tutte (e che forse meriterebbe più di ogni altro),quella di presidente del consiglio valle.

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Aosta Viva non ha perso: si è cmq portata a casa un 30% di voti (che non è poco) e ha rappresentato l'unica alternativa credibile alla lista "sioux".

E poi Louvin è stato il primo ad alzare la testa contro lo status quo della nostra valle: non è detto che sia anche l'ultimo...

Chi ha veramente perso le elezioni ad Aosta (e non solo) sono i DS: non oso pensare cosa poteva accadere se non candidavano Rigo.

7:25 PM, May 12, 2005

 
Blogger Tex Willer said...

Caro sostenitore,
la vera sfida di Aosta viva comincia ora: sarà in grado di essere un partito unionista all'opposizione della giunta del capoluogo governata dall' Union? oppure per comodità in consiglio si comporterà come una fazione simil unionista a sostegno esterno della maggioranza? gli arancio potrebbero seguire la via dell'opposizione insieme ai Verdi Titti e Ugo e questa è l'ipotesi più auspicabile per non tradire il voto degli elettori... Tuttavia a mio avviso questa linea non è poi così scontata: a livello ideologico Aosta Viva e Verdi hanno poco in comune e la loro unione era quasi esclusivamente per scopi elettorali.
Ad Aosta i veri sconfitti sono gli esponenti di destra che ora in consiglio praticamente non esistono più, mentre i Ds hanno avuto meno voti, ma restano sempre tra i vincitori. Resta ancora nebuloso il futuro in consiglio aostano di Louvin che potrebbe anche "fare per viltade il gran rifiuto" ( Dante - inferno III v 60)

3:02 AM, May 14, 2005

 
Anonymous Anonymous said...

Cari tutti,
ho letto con attenzione le vostre analisi e le supposizioni sul ruolo politico futuro di Louvin. Mi pare di scorgervi del pessimismo o, peggio ancora, del "doppiogiochismo premeditato". Davvero credete che Aosta Viva abbia finito il suo corso?
Se così fosse devo concordare, come detto da qualcuno, era poca cosa; solo mire del Professore che non voleva attendere fuori dalle istituzioni un turno. Dubito fortemente che sia così, penso piuttòsto che l'esperienza arancione sia un "faro" ovverosia UNA POSSIBILITA' di dissociarsi da un modo di far politica che ormai è arrivato al capolinea e, come tutte le avventure, non avrà un epilogo semplice: ci vorrà del tempo per trovare una nuova forma, capace di soddisfare le esigenze future che certamente saranno diverse di quelle di ieri e delle attuali. L'UV sta attraversando un momento estremamente delicato e, pur non essendo un suo sostenitore, me ne dispiace perchè così com'è non rispecchia certamente gl'ideali che ha sempre sostenuto, nei quali si è identificata e di cui fanno parte ancora tanti militanti. L'attuale ha rincorso solo il potere e di un tipo solo fine a se stesso. Ciò è stato possibile attraverso grosse elargizioni dello Stato Italiano che sebbene sempre vilipeso dai nostri servili parlamentari, non è venuto mai meno agli impegni presi con lo Statuto. Non starò certamente a parlare dei vari rallentamenti, di rivendicazioni come le norme d'attuazione che è stato necessario rincorrere, di lungaggini applicative.... Una cosa però è certa: i soldi non sono mancati e grazie a questi l'UV è diventata sempre più "rappresentativa". Sempre più consensi ha avuto, questi aumentavano col bilancio: maggior bilancio, maggior voti all'UV!
Peccato che di queste risorse non ne ha fatto l'uso politico dovuto, ha solo distribuito in tutte le direzioni creando "centri di potere" e comitati politico-economici. Ad un certo punto, però, responsabile il Governo Berlusconi, le risorse sono venute meno, i quattrini "romani" hanno sempre più smarrito la via di Aosta. Ecco che mancando questi il costoso apparato di potere ha cominciato ad entrare in crisi e, vicenda politica, dopo vicenda questa crisi diventa più profonda malgrado risultati elettorali, sulla carta, favorevoli. Attendiamoci tempi duri se non aderiremo ad una politica di controtendenza all'attuale sistema.

7:05 AM, May 31, 2005

 

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