Wednesday, May 18, 2005

L'italianizzazione forzata dei cowboys : l'umialiazione di Jean Joconde Stévenin, "prete dell'autonomismo valdostano"




Povero don Jean Joconde Stévenin… Se solo dall’alto del paradiso riuscisse a scorgere l’ingratitudine dei valdostani ne rimarrebbe inorridito; lui che per l’amore della Valle d’Aosta e dei suoi abitanti rinunciò a tutto, persino alla gloria e ad una più facile affermazione all’interno delle gerarchie eclesiastiche. La targa della via dedicata a uno dei personaggi principali della storiografia contiene un doppio veramente grossolano errore: in primo luogo la poco credibile italianizzazione forzata del suo nome che da Jen Joconde (J.J.) che è stato trasformato in un improbabile Giovanni Giocondo (G.G.); in secondo luogo il povero sacerdote viene ricordato come “sindaco”. Il secondo punto a sua volta contiene due gaff, due inesattezze storiche, perché non è vero che il coriaceo sacerdote fu sindaco di Aosta, ma ricoprì la carica di “facente funzioni di sindaco” negli ultimi anni della prima guerra mondiale, dal 1917 al 1919, a causa della partenza per il fronte del sindaco effettivo, il medico Desiré Norat. Quindi la sua carriera come sindaco fu realmente breve e dettata da situazioni di emergenza. Inoltre è veramente poco garbato ricordare il “prete dell’autonomismo”, “il sacerdote democratico vicino a don Romolo Murri e a don Luigi Sturzo” come “Sindaco di Aosta”: sarebbe come definire e ricordare Giovanni Paolo II come “capo di stato”. Sicuramente il Papa è anche il regnante del più piccolo stato al mondo, ma non è certo il ruolo che meglio si addice per identificare la massima autorità della chiesa… Davvero disonorevole ed ingrato ricordare così chi per la Valle d’Aosta rinunciò addirittura a guidare la diocesi di Cuneo; negli ultimi mesi del 1919 venne offerto a mons. Stévenin l’importante vescovado della città di Cuneo, ma il sacerdote preferì rifiutare la carica pur di rimanere nella Valle che tanto amava. Un’altra e perenne gaff di una Valle d’Aosta in continuo Farwest che non si cura del suo passato e non desidera un futuro.

L’abate Jean Joconde Stévenin rappresenta il padre dell’autonomismo valdostano e uno tra i fondatori del movimento politico autonomista L’Union Valdôtaine. La fama di pastore dell’autonomismo valdostano nacque nel maggio 1945 quando, appena dopo la liberazione alla rispettabile età di ottant’anni, presentò il suo progetto di Statuto per l’autonomia valdostana. Pochi mesi più tardi, nel settembre del 1945, nacque L’Union Valdôtaine tra i cui fondatori vi era anche l’anziano sacerdote. Tuttavia Jean Joconde Stévenin si distinse soprattutto per la sua dedizione al movimento democratico cristiano. Stévenin nacque nel febbraio 1865 a Gaby e morì nel 1956 all’età di novantuno anni.

2 Comments:

Blogger medhuken said...

Molto utile questo testo. Una precisazione: mi sembra incorretto chiamare Jean-Joconde (e non "Jen", c'è un errore di battitura... in VdA sono sempre in francese...) Stévenin "abate", in quanto si sta traducendo in italiano il termine francese "abbé" che in questo caso indica una personalità religiosa importante, e non un abate, quale père Stévenin non era. È lo stesso caso di altri "abbés" non abati valdostani: Henry, Gorret, Chanoux, ecc. Però grazie per puntualizzare l'italianizzazione arbitraria del suo nome (brutta abitudine valdostana...) e per ricordarci che non fu realmente un sindaco.

3:28 AM, March 10, 2022

 
Blogger medhuken said...

Aggiungo un altro errore di battitura in francese... "Désiré", con due 'é'.

5:12 AM, March 10, 2022

 

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