Saturday, November 26, 2005

Sciopero in Bianco


La marcia multicolore studentesca ha impattato sul bianco candore della prima neve caduta su Aosta. Il freddo manto nevoso, caduto copiosamente sulle teste ardenti dei partecipanti, ha raffreddato la calda atmosfera della pre-manifestazione obbligando i capi della marcia a togliere il berretto con la visiera ed indossare i cosacchi. Per un giorno la grigia Piazza Chanoux si era trasformata nella Piazza Rossa e al posto dell’Hotel de Ville, in lontananza, si intravedeva il Cremino. Studenti, come bravi e diligenti soldati dell’armata sovietica, marciavano a suon di slogan e cori da stadio: sul terreno stava per cominciare il derby tra Juve e Toro. Tutto era pronto per il fischio d’inizio: 9.30 puntuali partenza dai giardini antistante il Liceo Scientifico.
Tuttavia il candore dei fiocchi della neve hanno rimpiazzato il colore rosso sangue con una bianco pallido che ha ricoperto tutto e tutti. I cosacchi sono defluiti in bar e pub per sfuggire alla morsa del ghiaccio, mentre le idee continuavano a viaggiare, da sole, lungo il corteo. Ad un certo punto le idee si sono fermate sotto una bandiera azzurra che sventolava impavidamente; impattava sia con il rosso che con il bianco della neve: le idee studentesche allora si fermarono e manifestarono per breve tempo davanti alla sede di Forza Italia stigmatizzando il fatto che la Casa Azzurra (delle cosiddette Libertà) aveva polemizzato per l'adesione allo sciopero espressa dal Druido Caverix insieme con i suoi aiutanti nani del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Dal nulla era sbuca anche un giovinastro in nero-azzurro detto Pasqualino Siciliano, coordinatore regionale dei Giovani di Forza Italia, che si affretta a dichiarare: “l’adunanza è stato snobbata dalla stragrande maggioranza degli studenti valdostani…”. Improvvisamente i chiassosi cori da stadio e imprecazioni davanti alla sede azzurrina si erano interrotti e su “Rue Antoine Gramsci”, sede aostana di Forza Italia, calò nuovamente il silenzio: la marcia doveva riprendere, “notre père du socialisme Antoine Gramscì il remerci”, mentre gli azzurrini, eredi a loro dire di Don Sturzo, ancora non si capacitano come la loro sede locale sia capitata proprio in Rue Antoine Gramsci; Lattanzi pensa già ad una mozione da proporre in consiglio per cambiar nome alla via, ma a quanto pare non è così facile dimenticare le radici socialiste di Forza Italia.
Dopo aver percorsi i lunghi 600 metri che separo Piazza Chanoux da Rue Antoine Gramsci i gendarmi con megafoni e baionette avevano perso la maggior parte delle loro truppe stremate dal freddo e dalla neve; il rompete le righe era vicino e gli spacci erano già diventati più affollati del pub inglese il sabato sera.
Si conclude così il passaggio obbligato dell’autogestione.
A che cosa è servita questo incontro - scontro con le istituzioni? Forse non a molto, ma una cosa è emersa: studiare è importante per il proprio futuro. Ora è il momento di mettere da parte cappelli, baionette, striscioni e di mettere in pratiche gli slogan: studiare.

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